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LUCA  E  LE  REGOLE  DEL  FAIR PLAY

Luca era un bambino di dieci anni a cui piaceva praticare la corsa campestre, per questo motivo ogni giorno dopo la scuola si recava al centro Polisportivo della sua città e si allenava. Luca, però da un po’ di tempo non era così felice ed entusiasta di allenarsi al centro, in quanto dei ragazzini della sua età lo deridevano e lo prendevano in giro. Lo chiamavano “Lumacone” perché non era poi così tanto veloce, gli facevano lo sgambetto, baravano sul tempo da lui impiegato a percorrere la pista e, se cadeva e si faceva male,  nessuno di loro interveniva  e gli tendeva la mano per aiutarlo. Un giorno come tanti Luca non ritornò più al centro Polisportivo e questo fatto insospettì  molto il suo allenatore Mr. Rosetti, il quale, un giorno, dopo la scuola restò lì fuori ad aspettarlo per chiedergli spiegazioni. Il ragazzino dal canto suo rispose che non sarebbe mai più tornato ad allenarsi e che odiava lo sport e la corsa campestre e che non l’avrebbe mai più praticata. Il mister non volle credere alle sue parole e capì subito che sotto sotto c’era qualcosa di molto grave che il ragazzino gli nascondeva. Così lo convinse ad andare al bar insieme a lui a gustare così, una bella e dolce  cioccolata calda, perché il mister sperava in cuor suo di scoprire qualcosa. Così dopo un po’, quando le acque si calmarono, il mister Rosetti chiese perché non voleva più allenarsi e il ragazzino raccontò tutto. A questo punto era tutto chiaro. Mister Rosetti  spiegò a Luca che nel gioco in genere valgono le regole del Fair Play, ovvero il rispetto dei giocatori e dello sport in genere come:

  1. Il rispetto delle regole per attuare un gioco corretto

  2. Il rispetto dei compagni di squadra e degli avversari

  3. Il rispetto di se stessi (allenarsi in maniera equilibrata, mangiare sano)

  4. Il rispetto della diversità

  5. Fratellanza sportiva, dare una mano a chi si trova in difficoltà.

  6. Lealtà sportiva, quindi non barare

Il giorno dopo Luca scese in campo e ritrovò i ragazzi di sempre ma c’era qualcosa di diverso in loro, avevano una luce più buona e più matura. Non chiamarono più Luca lumacone, anzi gli diedero delle dritte per farlo correre più veloce, se cadeva gli tendevano le mani per aiutarlo e se arrivava ultimo gli davano una pacca sulla spalla e lo incoraggiavano dicendogli che la prossima sarebbe stata meglio della prima. Luca non perse più nessun allenamento e i ragazzi si sentirono fieri a giocare e a essere in squadra con lui, divennero una squadra vincente e capirono che l’unione fa la forza e la lealtà rende l’essere umano dignitoso.    

 

                                                                        

Giorgia Pelleriti

   PROGETTO RACCHETTE DI CLASSE

Durante l'anno 2017 l'istituto comprensivo Foscolo, con la collaborazione del comitato olimpico nazionale italiano, C.O.N.I., ha deciso di coinvolgere i bambini della scuola primaria S. Antonino in delle lezioni di tennis e volano dal nome “Racchette di classe”. Ogni settimana un istruttore veniva per insegnare ai principianti i metodi e regole per giocare a questi sport che hanno da subito riscosso una particolare partecipazione e un grandioso successo poiché sono piaciuti a tutti i bambini che si sono divertiti a giocare con le racchette. Il C.O.N.I. ha deciso di far partecipare i bambini a delle selezioni così che questi potessero mostrare le loro potenzialità e in caso di successo potessero partecipare ai campionati che si terranno il 9 e il 10 maggio a Roma. Molti bambini hanno già partecipato alle selezioni sperando di poter prendere parte al torneo e aggiungere anche questo al loro bagaglio di esperienze. E’ evidente il particolare desiderio dei docenti e della dirigente di coinvolgere i bambini nelle più svariate attività.

Rita Chiara Scarpaci

PICCOLI PRINCIPIANTI DI RUGBY

I bambini della scuola primaria S. Antonino hanno provato a giocare a rugby

Rita Chiara Scarpaci

La dirigente dell'I.C. Foscolo, grazie alla sua voglia di arricchire i bambini di esperienze, ha deciso di aggiungere all'attività motoria anche lo sport del rugby dandogli anche la possibilità di allenarsi in modo più approfondito nella palestra scolastica in ore non didattiche. Ogni sabato l'insegnante professionista di questo sport si è recato alla scuola primaria per insegnare le tecniche e le regole del rugby. All'inizio ai ragazzi è sembrato strano poiché il gioco è poco diffuso in Italia e perché anche la palla era molto strana, molto diversa dalla sua tipica forma tonda ma dopo aver approcciato con questo sport, hanno imparato a conoscerlo e ad amarlo. Questo sport ha avuto molto successo e i bambini si sono molto divertiti a praticarlo.

                                                                                                         

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